L'Accademia Cosentina - Cosenza la città dei Bruzi

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L'Accademia Cosentina

Accademia

Sintesi storica    
         

L'Accademia Cosentina e' una delle più antiche e prestigiose fra le istituzioni culturali italiane fondata agli inizi del secolo XVI dal Parrasio, uno dei più illustri letterati dell'epoca.
Dopo la morte del fondatore (1534) attraversò un periodo di declino, ma sorse a rianimarla il famoso filosofo Bernardino Telesio, ai cui principi di filosofia sperimentale fa capo tutto il pensiero moderno.

Mentre le adunanze Parrasiane erano improntate alla letteratura, le successive sedute con Telesio furono dedicate agli studi filosofici e scientifici. La fama dell'Accademia superò i confini d'Italia e da tutta l'Europa le figure più insigni ebbero il vanto di esserne soci.
A Telesio subentrò Sertorio Quattromani che ne continuò l'opera

Verso la metà del secolo XVII ebbe inizio un periodo di minore attività ma si riprese con l'intervento di Pirro Schettini ed i suoi scritti contro il gusto depravato e guasto del Marinismo. Seguirono periodi di alterne fortune fino al 1792, data in cui cessarono tutte le attività.Nel 1810, l'intendente Galdi la fece rinascere dettando gli statuti e fissando in 24 il numero dei soci ordinari.Riconosciuta dal Governo nel 1818,fu dotata di un sussidio sul bilancio della provincia e tornò ben presto all'antico splendore ad opera di illustri Cosentini che si alternarono nella carica di Segretario Perpetuo.

Aulo Giano Parrasio

Aulo Giano Parrasio, il cui vero nome era Giovanni Paolo Parisio, nasce a Cosenza nel 1470.A quindici anni segue il padre a Lecce ed ha come primo maestro di lettere greche Sergio Stizio.Si sposta poi a Corfù; nel 1488 torna a Cosenza e si perfeziona in latino e già a venti anni è ritenuto degno di insegnare letteratura alla Università di Napoli, diventando socio della Accademia Pontaniana.In seguito opera a Milano e Vicenza (1499-1506) e quindi a Roma dove il papa Leone X gli conferisce l'incarico di professore al Ginnasio Romano. Nel 1511 a Cosenza fonda l'accademia Cosentina sul modello della Pontaniana di Napoli e delle altre due accademie coeve, quella romana - la Pomponiana - e la Platonica di Marsilio Ficino a Firenze.

Prima della sua morte (1534) Aulo Giano Parrasio lascia in eredità al suo compagno di studi Antonio Seriprando la sua immensa biblioteca umanistica, una delle più cospicue del '500 in Europa. Numerosi i suoi scritti e commentari ai poeti latini, le opere grammaticali e di carattere giuridico e le ricerche filologiche.Il carattere dell'Accademia Cosentina, in linea con le altre Accademie citate è quindi classico, letterario e filologico.Tale è infatti l'orientamento culturale di tutti i suoi membri, molti dei quali erano anche archeologi e giureconsulti.
Oltre al Vicepresidente,Tiberio Tarsia, nominato dallo stesso Parrasio, durante il suo incarico a Roma, autorevoli membri della 'Parrasiana' furono Antonio Ponte, i fratelli Giannantonio e Gian Paolo Cesareo, Coriolano Martirano - che traduce quasi tutto il teatro greco in latino, contribuendo alla fioritura della poesia latina nel XVI secolo -, Carlo Giardino, Pietro Paolo Parisio,Ludovico Serra, giureconsulto, Nicola Salerni e Pietro Cimino. Di particolare rilievo, perchè fuori dal coro, Francesco Franchini, la cui poesia sensuale si richiamava ai versi di Ovidio e Catullo.Una particolare citazione merita il grande poeta Galeazzo di Tarsia, fratello di Tiberio.

Bernardino Telesio


Bernardino Telesio, nasce a Cosenza nel 1509, da Giovanni ed Elisabetta di Tarsia.A Roma e a Milano inizia i suoi studi avendo come precettore di lettere greche e latine lo zio Antonio, uno dei più noti letterati latini del secolo. A Padova iniziano i suoi studi filosofici, con i maestri Girolamo Amalteo e Federico Delfino.
Per porre le basi della sua opera, si ritira nel solitario monastero di S.Benedetto e rinuncia alla offerta del papa Paolo IV di diventare, una volta fatto prete, Arcivescovo di Cosenza.
Ricostituisce l'Accademia - detta Telesiana - dopo la chiusura della Parrasiana, decretata nel 1544, dal Toledo, in seguito alla riforma luterana.Prima della sua morte (1588) affida l'accademia a Sertorio Quattromani.

Lo stesso Bacone scrive infatti: "Telesius consentinus, qui Parmenidis philosophiam instaurans arma peripeticorum in illos ipsos vertit.." Tra gli accademici telesiani oltre al famoso e giovanissimo Tommaso Campanella, - che pur nato a Stilo nel 1568, compiva i suoi studi di filosofia nel monastero dei Benedettini a Cosenza fino al 1588, data della morte del Telesio - spiccano Valentino Gentile, Giuseppe Venanzio Nigro, Camillo Fera, l'elegante poeta Manilio Caputo, una donna - Lucrezia della Valle - che ebbe il nome di Olimpia, poetessa e scrittrice di un'opera sull'eleganza della lingua latina ed ancora Lucio Vitale ed il filosofo Francesco Muto di Aprigliano.

Sertorio Quattromani


Sertorio Quattromani, nato nel 1541, uno degli accademici della Telesiana, subentrò a Telesio, qualche tempo prima della sua morte. Con la sua direzione l'Accademia prese il nome definitivo di Accademia Cosentina. Era un critico letterario forse un pò troppo aspro ma acuto. Tra le sue opere, oltre alla divulgazione della filosofia Telesiana - " rifatta in brevità dal Montano Accademico cosentino" - come egli stesso amava definirsi, la traduzione della poetica di Orazio, una esposizione critica di molti sonetti e canzoni del Petrarca,le annotazioni su Dante. Fecero parte dell'Accademia illustri umanisti tra cui Celso Molli, Luigi Rossi,Tommaso Scaglione ed un discendente di mons. Coriolano Martirano, Gian Tommaso, cultore di matematica.
Tali presenze contribuirono ad estendere la fama dell'Accademia ed a fare di Cosenza, in quel periodo " l'Atene delle Calabrie".

Nel 1649, ad opera dell'Arcivescovo Giuseppe Sanfelice viene fondata una nuova Accademia , che ".dalla negligenza dello studio vigente in quei tempi nominò dei Negligenti.."Sotto la direzione di Francesco De Luna, letterato, si tenevano le adunanze in S.Francesco d'Assisi ed i membri provenivano per la maggior parte dalla Accademia dei Costanti, che non riusciva più a mantenere il prestigio della telesiana.

Pirro Schettini


Pirro Schettini, nato nel 1630 ad Aprigliano, poeta e rinnovatore dello stile ha il merito di far risorgere, nel 1668, l'Accademia detta ancora dei Costanti tenendone la presidenza, fino al 1678, data della sua morte.
Si laureò in Giurisprudenza a Napoli,dove frequentò i migliori intellettuali dell'epoca,tra cui il giurista Francesco d'Andrea ed i suoi conterranei Tommaso Cornelio e Marco Aurelio Severino.
Tra i membri dellìAccademia c'erano Serafino Biscardi, grande giureconsulto, Giacinto Arnone, Giuseppe ed Ettore Sersale e Giambattista Sambiase.
Gran merito di Pirro Schettini, riconosciuto anche da Benedetto Croce, è stato quello di "...rendere all'Italia la sua leggiadra e pura forma di poetare..." contrastando il gusto barocco all'epoca imperante ad opera del Marini e dei suoi seguaci.
Lo Schettini come l'altro poeta Carlo Buragna cooperò in Napoli alla fondazione della Accademia degli Investiganti.

Dal 1700 ad oggi


L'Accademia Cosentina, dopo la morte di Pirro Schettini, attraversa un periodo di crisi. Cambia anche nome diventando Accademia Ecclesiastica con Capece Galeota ed in seguito Accademia dei Pescatori Cratilidi con Gaetano Greco (1756).
Resiste fino al 1794 con la presidenza Guarasci.  Finalmente, nel 1811 a cura di Matteo Galdi, l'Accademia si riapre con il nome originario - Cosentina - Vengono fissati gli statuti nel 1817 con decreto reale e vengono nominati nel 1818 i ventiquattro soci ordinari, Presidente Vincenzo Mollo e Segretario Perpetuo Michele Bombini, seguito in tale incarico da Luigi Maria Greco.

Inizia la pubblicazione degli Atti. Da questa data l'Accademia Cosentina diventa una istituzione stabile.Vengono pubblicati con regolarità gli atti mentre spiccano figure di letterati quali Vincenzo Padula di Acri, Francesco Saverio Arabia di Cosenza e Domenico Mauro di S.Demetrio Corone.
Letterati che impersonano il romanticismo calabrese e lo spirito patriottico del 1848. Ma il nome più noto e più volte citato da tutti gli storici della letteratura è Nicola Misasi, grande poeta e romanziere che diventa anche presidente dell'Accademia nei primi anni del secolo scorso.


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